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    Recensione di "La confessione di Memory"

    Patina Gappah

    Cover La confessione di Memory


    Informazioni riguardo a "La confessione di Memory"


    Titolo: La confessione di Memory
    Autore: Patina Gappah
    Editore: Guanda
    Trama: «La storia che mi hai chiesto di raccontarti non comincia con la penosa mostruosità della morte di Lloyd. Comincia il lontano giorno d’agosto in cui io avevo nove anni, il sole mi scottava il viso pieno di bolle e mio padre e mia madre mi vendettero a un estraneo.»

    In un Paese come lo Zimbabwe, segnato dalla superstizione, sembra che per Memory non ci sia possibilità di salvezza. Cresciuta in una famiglia povera nei sobborghi di Harare, Memory fin da bambina è emarginata dai compagni e tenuta a distanza dalla sua stessa madre, perché è «nera ma non nera, bianca ma non bianca», affetta da un’anomalia – la condizione di albina – che molti considerano una maledizione. A nove anni la sua vita cambia completamente, quando senza spiegazioni i genitori la affidano a Lloyd Hendricks, un uomo colto, sensibile ed eccentrico, discendente di una ricca famiglia di coloni inglesi. Memory cresce sotto la sua tutela e scopre così un mondo che le era precluso: il lusso, l’agiatezza, ma soprattutto i libri e lo studio. Per quell’uomo Memory dovrebbe provare solo riconoscenza: perché allora si trova rinchiusa nel braccio della morte, accusata di averlo ucciso? Perché non manifesta alcun rimorso? Come sono andate le cose in realtà? Resta una sola speranza per lei, un ultimo appello: dietro suggerimento del suo avvocato, la ragazza inizia ad annotare i suoi ricordi, muovendosi tra passato e presente, cercando di districarsi tra gli incubi dell’inconscio e gli inganni della memoria, tessendo pagina dopo pagina una storia di colpe taciute, di affetti negati e di ossessioni. E dalla voce forte, serena, a tratti sferzante della protagonista, emerge il ritratto folgorante di un’Africa in bilico tra arretratezza e modernità, di un’umanità in lotta per sconfiggere le miserie dell’anima.

    Recensione ed analisi by Paper Moon


    Valutazione: :pen: :pen: :pen:
    Dalla trama mi aspettavo una cosa meno confusa, del genere che in un capitolo Memory parlasse della sua vita passata e un quello dopo tornasse a raccontare della vita che sta facendo in carcere, in attesa della sentenza, invece non c'è un esatta suddivisione delle due cose, in quanto lei sta scrivendo tutto questo a un altra persona, proprio come una lettera o un diario rivolto a questa giornalista di nome Melinda. Scrive tutto di getto e ci sta che le cose non siano nettamente divise e un po' confuse, ma mi aspettavo anche una descrizione più completa della sua vita con Lloyd e del loro rapporto, cosa che arriva solo all'ultimo terzo del libro.
    Ci sono frasi e termini scritti nella sua lingua natale senza alcuna traduzione o nota a parte, cosa che non mi è piaciuta e che saltavo a piè pari appena intravedevo il corsivo con cui erano scritte. Non che siano così essenziali per capire la storia, che si è rivelata essere la ricerca di Memory del suo posto nel mondo. Ironia della sorte, lo trova dove la gente non si augura mai di finire. All'ultimo capitolo mi sono scese un paio di lacrime, non ho potuto impedirlo. Non c'è un lieto fine, ma nemmeno una conclusione tragica e si addice perfettamente al libro. Forse, se capiterà l'occasione, leggerò altri libri di questa autrice.
    Stile di scrittura: scorrevole
    Consigliato a: a chi piacciono le storie introspettive, piene di errori umani, ma anche di amore e generosità.
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    cover Italiana

    cover originale
    (Cover Originale)

    Titolo: La confessione di Memory
    Titolo originale: The book of Memory
    Serie: Autoconclusivo
    Autore: Petina Gappah
    Editore: Guanda
    Genere: narrativa contemporanea
    Data d'uscita: 27 Ottobre 2016
    Costo previsto: € 18,00 cartaceo, € 6,99 E-book
    Pagine: 224


    Trama: «La storia che mi hai chiesto di raccontarti non comincia con la penosa mostruosità della morte di Lloyd. Comincia il lontano giorno d’agosto in cui io avevo nove anni, il sole mi scottava il viso pieno di bolle e mio padre e mia madre mi vendettero a un estraneo.»

    In un Paese come lo Zimbabwe, segnato dalla superstizione, sembra che per Memory non ci sia possibilità di salvezza. Cresciuta in una famiglia povera nei sobborghi di Harare, Memory fin da bambina è emarginata dai compagni e tenuta a distanza dalla sua stessa madre, perché è «nera ma non nera, bianca ma non bianca», affetta da un’anomalia – la condizione di albina – che molti considerano una maledizione. A nove anni la sua vita cambia completamente, quando senza spiegazioni i genitori la affidano a Lloyd Hendricks, un uomo colto, sensibile ed eccentrico, discendente di una ricca famiglia di coloni inglesi. Memory cresce sotto la sua tutela e scopre così un mondo che le era precluso: il lusso, l’agiatezza, ma soprattutto i libri e lo studio. Per quell’uomo Memory dovrebbe provare solo riconoscenza: perché allora si trova rinchiusa nel braccio della morte, accusata di averlo ucciso? Perché non manifesta alcun rimorso? Come sono andate le cose in realtà? Resta una sola speranza per lei, un ultimo appello: dietro suggerimento del suo avvocato, la ragazza inizia ad annotare i suoi ricordi, muovendosi tra passato e presente, cercando di districarsi tra gli incubi dell’inconscio e gli inganni della memoria, tessendo pagina dopo pagina una storia di colpe taciute, di affetti negati e di ossessioni. E dalla voce forte, serena, a tratti sferzante della protagonista, emerge il ritratto folgorante di un’Africa in bilico tra arretratezza e modernità, di un’umanità in lotta per sconfiggere le miserie dell’anima.


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    Ho trovato questo libro molto confortevole, nonostante i litigi e i problemi dei personaggi. Forse perché sapevo che alla fine si risolveva tutto. Il problema è sorto quando il finale si è rivelato aperto, molto aperto. Ho dato un occhiata alla trama del secondo libro e il punto in cui ci hanno lasciato non viene nemmeno nominato, il che mi fa pensare sia solo fumo negli occhi e alla fine non accada nulla.
    Comunque, parlando della storia, l'inizio mi ha fatto pensare che alla fine saremmo finiti in campo bdsm con annessi e connessi, stile 50 sfumature, ma così non è stato. Ho apprezzato che il protagonista maschile non sia comparso al primo capitolo e che prima l'autrice si sia data il tempo di presentarci al meglio Yanira e quel che la circonda. Fra l'altro, se di solito abbiamo l'uomo che fa la corte alla ragazza, qui è lei che gli va dietro. L'inizio non convenzionale però ha presto fatto strada a uno sviluppo abbastanza comune, dove la coppia conosce le rispettive famiglie.
    Nel complesso una lettura piacevole, con davvero pochi refusi, che consiglio a chi vuole distrarsi un po'.
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    Sospetto di aver letto questo libro nel momento sbagliato, perché proprio non mi ha preso, però non credo che sia scritto male o che la storia sia costruita male. La storia di questi due amici d'infanzia la trovo niente male, eppure mi ha annoiato lo stesso. Ha senso? Il punto di vista in prima persona da parte del ragazzo era intrigante, visto che ce ne sono così pochi in giro che raccontano con gli occhi del ragazzo/uomo, ma devo ammettere che le tutte storie che si raccontava per non dover ammettere di essere innamorato della sua migliore amica a un certo punto sono irritanti. A differenza di Clementine, lui non sa quel che vuole ne tanto meno cosa prova e mi sono ritrovata a pensare a lui come un ragazzo alle soglie della pubertà invece che un ventunenne... Dovrò comunque dargli una riletta fra qualche anno per capire se è il genere che ormai mi sta stretto o se semplicemente io non rientri nel target per cui è stato scritto.
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    È incredibile che ci abbia messo così tanto per leggere un libro che scorre così bene. Marzo mi ha dato parecchio filo da torcere. La leggerezza della Kinsella è ineguagliabile e adoro che gli sviluppi avvengano in modo tanto naturale e spontanei, senza forzature.
    Ammetto che leggendo la trama mi erano venute in mente cose come "oddio, la stanno incastrando in qualche modo" oppure "magari sta sognando tutto e alla fine del libro si sveglia ancora nel 2004, proprio il giorno del funerale del padre". Niente del genere, ma i colpi di scena non mancano di certo e sono di tutto rispetto.
    Ci sono momenti in cui vorresti prendere a schiaffi Amy, la sorellina problematica; dare una scrollata a Eric, che pare indifferente a tutto e tutti tranne che al suo lavoro; ancora di più vorresti urlare contro alla madre che si interessa solo dei suoi innumerevoli cani a discapito delle figlie. I personaggi sono ben costruiti, con una loro storia sulle spalle, e a questo proposito, avrei voluto più informazioni su Jon, che nomina solo sua madre in un'occasione, senza approfondire troppo. Dettaglio trascurabile, che si nota a mala pena durante la lettura.
    Avrei solo voluto leggerlo in un momento migliore, godendomelo appieno.
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    È dunque giunta l'ora della verita, eh, Pagi79? Incrocio le dita, sperando che i miei gusti si avvicinino ai tuoi! 🤞🏻
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    Come molte persone a cui è piaciuta questa saga, sono irrimediabilmente rimasta delusa dal finale. Al momento sto cercando di rimettere tutto in ordine nella mia testa, ma probabilmente per riuscirci dovrei rileggermi tutto dal primo libro e sapendo come va a finire non so se me la sento.
    Ho avuto risposta al come e perché Eulalia è diventata "Dio", al come e perché il mondo si è spaccato e perché Ofelia somigliasse così tanto a Eulalia. Alcune spiegazioni non mi soddisfano e altre le trovo cosi logiche da far male. Altre ancora non le avrò mai, tipo perché Seconda non riesca a esprimersi con frasi sensate.
    Non sono sicura di che voto dare. Da una parte trovo che il mondo creato da Christelle Dabos sia un capolavoro, dall'altro penso che se ha iniziato a scrivere la storia sapendo già come farla finire sia una sadica di prima categoria e io non sono tanto masochista da apprezzare la cosa. Vorrei lasciare il giudizio in sospeso fino al momento in cui farò pace con tutto questo, ma per ora mettiamo un 2 e mezzo.
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    Il thriller poliziesco non è il mio genere preferito, ma i misteri da risolvere hanno sempre il loro fascino, anche se riguardano morti e tragedie varie. Se poi c'è anche una storia d'amore la cosa non guasta. Non essendo avvezza al genere, devo dire che tutto si è rivelato diverso da come lo immaginavo e ogni rivelazione era diversa dalle mie ipotesi. Erica rimane coinvolta con le indagini dell'omicidio della sua migliore amica d'infanzia, ma ci sono anche aspetti della sua vita a fare da sfondo. Lei torna nel paesino in cui è cresciuta a causa della morte dei suoi genitori e sta ancora elaborando il lutto occupandosi di quello che si sono lasciati dietro. La sorella dovrebbe darle una mano, ma anche lei ha i suoi problemi, da cui si spera riesca a uscire. Non è da escludere che prima o poi leggerò anche gli altri libri della serie, perchè anche se il caso è stato risolto e si è scoperto anche dettagli extra, molte cose legate alla vita di Erica e della sorella sono rimaste in sospeso, come la casa dei genitori a cui è molto legata e che rischia di essere venduta.
    In generale il libro non mi è dispiaciuto e ogni tanto fa bene uscire dalla propria comfort zone, ma continuo a preferire altri generi.
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    Confermo di aver letto e accettato il Regolamento della MFE Reading Challenge.
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    Confermo di aver letto e accettato il Regolamento della Sfida dell'Alfabeto.
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    Be', posso parlare solo per me...
    Non sapevo ci fosse una serie tv, ma per ora non la guarderò.
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    +429 The Fate of the Tearling di Erika Johansen
    +77 Ah, l'amour di Flavia Principe
    +450 Avvicinati di Kim Karr
    +199 Caccia alle streghe di Colleen Cross
    +259 King di Jenny Anastan
    +266 Resistere al Biker di Cassie Alexandra
    +322 Le sintonie dell'amore di Colleen Hoover
    +278 Un ricordo ti parlerà di noi di Colleen Hoover
    +404 Nel cuore della notte di Rebecca West
    +158 La storia di noi due di Valentina Facchini
    +403 Freddo come la pietra di Jennifer L. Armentrout
    +767 22.11.63 di Stephen King
    +404 Sei di corvi di Leigh Bardugo
    +312 Lieve come un respiro di Jennifer L. Armentrout
    +114 Dolce come il miele di Jennifer L. Armentrout
    +562 Lettera d'amore di Lucinda Riley

    =14.339/40.000
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    Finalmente un libro di Stephen King che ha saputo davvero conquistarmi. I viaggi nel tempo mi affascinano sempre, ma non sempre viene gestito bene il tutto, avrei un paio di esempi dove il tutto è solo un grosso casino. Grazie a Dio qui King è riuscito a creare delle regole sensate per i suoi viaggi nel tempo e a restarvi fedele senza stravolgere ogni logica. E contro ogni aspettativa ho approvato anche il finale dolce amaro.
    Si potrebbe pensare che salvare un uomo che mentre era in vita faceva la differenza o che uccidendo un pazzo omicida si cambi il mondo in meglio, ma non sai mai cosa potresti combinare. Potresti salvare una vita e con essa anche altre, ma in cambio potresti causare la morte di molte più persone. C'è sempre un prezzo da pagare. Al, che convince Jake a investire 5 anni della sua vita nel tentativo tutt'altro che senza rischi di salvare Kennedy, secondo me non ha pensato abbastanza alle conseguenze o ci ha pensato troppo, a seconda dei punti di vista. Certo, evitando la morte del presidente cambieresti molte cose, ma come fai a sapere che il cambiamento sarebbe per il meglio? Lui usa la scusa del fatto che ogni volta che loro tornano nel 2011 per poi tornare nel 1958 si azzera tutto, quindi se il risultato non piace si può sempre tornare indietro per rimettere tutto come prima, ma nel frattempo avresti impiegato 5 anni di vita in un altro tempo per cosa? Mentre leggevo le sue spiegazioni per convincere Jake ho pensato a tutto questo.
    Comunque, se c'è un libro di Stephen King che consiglierei ad occhi chiusi non è It, come molti altri hanno consigliato a me, ma questo. Sto anche pensando di regalarlo per Natale.
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    Mi è piaciuto, ma credo manchi qualcosa allo stile di scrittura, perchè non mi ha catturato a dovere. Avrei voluto più sviluppi di trama, ma i personaggi sono descritti bene e si racconta anche del loro passato, di come sono arrivati a far parte della stessa banda. Ragazzi con molti difetti che crescono durante la narrazione (chi più, chi meno).
    Facendo il punto della situazione, ci troviamo con 6 personaggi, ognuno col proprio passato alle spalle, che si ritrovano a dover fare irruzione in una prigione inespugnabile per evitare che le persone con capacità innate vengano schiavizzate. Ovviamente la missione è pagata e ognuno ha i suoi motivi per rischiare la vita in questa pazzia. Il personaggio di Ines mi piace molto, ma il rapporto fra Jesper e Wylan mi intriga molto di più, non so se mi spiego... Il mio senso yaoi ha preso il sopravvento con quei due. Inutile dire che spero in una bella storia d'amore fra loro.
    Spero di infilare Il regno corrotto nelle mie letture prima di dimenticare i dettagli di Sei di corvi.
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    Non sono sicura di come prendere questo libro. Se lo considero con uno sguardo generale, sembra un normalissimo romance con l'attrazione fra i protagonisti fin da subito e tutto il resto. Se invece guardo i dettagli ho l'impressione che l'autrice volesse includere troppe cose nella storia, con il risultato che non sia riuscita a dare la giusta attenzione a tutto. Cominciamo dal prologo: innanzitutto è scritto da un personaggio che non rivedremo per il resto del libro, sentendone solo parlare, e la cosa mi ha dato un po' fastidio, soprattutto perché è un episodio di un certo spessore. Mi era pure passato per la testa che potesse essere un dark romance. Poi abbiamo le trame familiari: parenti sconosciuti che saltano fuori e spariscono altrettanto velocemente. Non so se nei prossimi libri l'autrice abbia approfondito tutto, ma spero di si, perche secondo me ci vuole un libro dedicato solo al Giudice.
    Ci sono diversi elementi thriller, come se all'inizio l'idea fosse stato di un romance suspense, peccato che la componente suspense si percepisca appena, mal gestita come quella thriller.
    Detto questo, la scrittura scorre, anche se con i sempre presenti errori di vario genere, e si legge in fretta. Il finale mi ha lasciato con una certa curiosità per il seguito, ma non abbastanza da darmi la voglia di acquistarlo... Abbastanza mediocre.
1941 replies since 13/11/2011
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