Futuro perfetto

Fantascienza. Va tutto bene (all'inizio)

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  1. CB-PR
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    Capitolo 1 – Il radioso anno 2100
    Salve, mi chiamo Travis Donovan, ho 16 anni e ho solo un desiderio:
    vorrei che tutti i miei cittadini sperimentassero che cosa vuol dire essere come me.
    Cioè, che tutti fossero presidenti della Via Lattea almeno per un giorno, e che possano sperimentare l’abbondanza di possibilità che scandisce le mie giornate e soprattutto le mie serate.
    Tutto va così bene che la gente prega ogni giorno che io non muoia e resti sempre dove sono.
    Al riguardo, nessun problema: la mia corporazione medica gratuita ha trovato svariati modi per allungare la vita.
    Nel 2000 le corporazioni erano quanto di peggio potesse esistere.
    Per risposta, qualche anno fa, ho creato una decina di corporazioni che distribuiscono beni e servizi gratis ai cittadini delle nazioni della Terra che ho conquistato, e con queste corporazioni dominerò la galassia sperando di non urtare la sensibilità di nessuno.
    Ho cambiato il significato della parola “corporazione”. Mica male.
    Ho davanti a me una flotta di piccoli robot volanti che stazionano a mezz’aria in attesa dei miei ordini.
    E quando sbaglio a dare ordini la loro intelligenza artificiale ci mette sempre una toppa e non devo preoccuparmi troppo.
    Se un giorno io impazzissi e ordinassi di distruggere la Terra, loro non lo farebbero, perché hanno in sé la mia morale.
    E per fortuna, a parte qualche uscita da pazzerello per divertimento, sono una persona profondamente buona, quindi anche i robot lo sono.
    Gli ho chiamati Claptrap, come i simpatici robottini della serie di videogiochi “Borderlands”.
    Ahhhh, sì ... Mi prendo un bel respiro profondo guardando il mare celeste di Malta, me lo merito.
    All’inizio del millennio la gente soffriva per l’acqua, per il cibo, per la libertà o addirittura per divertimento. Io non la capisco la gente che legge gli horror, ma va bene, l’horror esiste anche oggi: un rimasuglio del nostro percorso evolutivo. La paura è a suo modo eccitante, ma non per me.
    Signori e signore, potremmo finirla anche qui col racconto. Va tutto bene e andrà bene.
    Con alcuni esperimenti sulla fisica quantistica (tanto complicati che solo un robot può farli) abbiamo previsto il futuro e sappiamo che tutto andrà bene.
    Vivremo per svariati millenni e a un certo punto tutti diventeremo una singola persona perfetta, ci uniremo spiritualmente e l’universo diventerà cosciente. E sarà un’altra epoca. Abbiamo ricevuto un messaggio dal futuro da noi stessi, cioè da quest’unica “super persona universale” e il messaggio è stato:«È una figata». Sospiro di sollievo per me, sospiro di sollievo per la mia famiglia. È una famiglia amabilmente imperfetta, quindi ancora meglio che perfetta. È meglio che la gente non conosca il futuro, per ora.
    -
    Qualche problema c’è, comunque: come si costruisce un parco d’intrattenimento abbastanza grande da soddisfare i visitatori ma non così grande da diventare di fatto una metropoli?
    Ahh… le H.I.F.A.M. … ovvero le “Hyperion Islands of Freaking Awesomeness of Malta”.
    Traduco: “Le isole Hyperion della cacchio di figosità di Malta”.
    È un arcipelago di isole artificiali a trenta chilometri a sud di Malta costruito da me.
    I maltesi mi odiano: le mie isole sono un pugno nell’occhio, sia viste dal livello del mare, sia viste dall’aereo. E le giostre fosforescenti di notte non aiutano.
    Le ho disegnate (le isole) usando MS-Paint. Ahah, uccidetemi.
    Dicevo, le ho disegnate usando paint una notte in cui non avevo niente da fare.
    Viste dallo spazio sembrano concepite da un ubriaco a cui piace il Windnings (il font di Windows con i simboletti tipo sole, luna ecc.). Se la gente si diverte non viola la legge; ecco perché le ho disegnate con tanta fretta. Alcune delle scogliere (stampate in lava di pomice) hanno ancora la seghettatura dovuta allo “spixellamento” (ri-uccidetemi).
    C’è l’isola per famiglie (Tree Island), l’isola per gli animali (Cat&dog Island), l’isola per quando piove (con videogiochi e intrattenimenti al chiuso), l’isola Ganja (non so se la distruggerò, la ganja è pur sempre una droga, sono molto in dubbio su questo argomento), la Something island (l’isola della musica) e due isolette per gli lgbt (io sognavo isole in cui ci fosse convivenza tra tutti i sessi, ma a pensarci bene è una semplice questione di tempo e di facilità di rimorchio: è un po’ brutto se sei una ragazza e ci provi con uno ed è gay, poi vai da un altro ed è gay pure lui … stessa cosa per i ragazzi etero. Ci provi con una, ed è lesbica ecc. ecc. Per questo le isole lgbt: è più pratico).
    Al centro delle isole c’è un tendone trasparente gigantesco, sotto il quale ci sono le giostre, tra cui la “giostra della vergogna”. E dire che ci avevo messo tanta speranza in quelle montagne russe. Ho detto a tutti gli utenti del mio sistema via messaggio video:«Qui sorgeranno le montagne russe delle HIFAM, ognuno potrà disegnarne un tratto di cinque metri e poi si farà un collage ed uscirà il percorso completo. Affrettatevi, il concorso ammette solo duecento partecipanti maggiorenni».
    E che cosa succede poi? Brutto a dirsi: tutti gli utenti hanno creato percorsi ripidissimi e animati (sì, il tracciato si può muovere). Un casino. Chiaramente lo scopo di qualcuno che crea un percorso così assurdo è quello di far capovolgere la vettura con le persone dentro.
    L’intelligenza artificiale della Hyperion (la mia corporazione di intrattenimento) fa tutto in modalità “approvato Anshin” (Anshin è la mia corporazione medica), perciò se un utente crea, ad esempio, un giocattolo acuminato e tagliente, il sistema provvede automaticamente a smussarlo.
    Allo stesso modo, se un utente crea delle montagne russe “a caxo”, il sistema rallenta in automatico la vettura in modo da dare un’esperienza di divertimento eccitante ma comunque sicura.
    Vado a controllare i profili degli utenti che hanno creato quei percorsi così assurdi e chi ci trovo? Madreterrani. Madonna. Avrei dovuto stare zitto, avrei dovuto dichiararmi neutrale sull’argomento religione e basta. E invece ho promesso di fare “l’esperimento R”. Ecco perché gli sto sulle palle a morte, ed ecco perché hanno tentato di sabotare le montagne russe.
    Arriva il giorno del primo esperimento R.
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    Ciao a tutti e due anzitutto. Come procede il vostro lavoro di scrittura?
    Ecco il mio parere personale da lettrice
    Ho letto questo primo capitolo e devo dire che ( premesso che sono un po' a digiuno di fantascenza) non mi é dispiaciuto é strano, il narratore risulta un personaggio da approfondire un bel po' megalomane/strafottente mda optato al bene comune ma chissà .....da queste prime righe e lascia la voglia di capire dove andrà a parare. L'idea é particolare importante sarà non scadere nella solita roba del robot che prende il sopravvento, pero' ammetto che mi incuriosisce e mi piacerebbe sapere che direzione prenderete
    bravi e buona continuazione :bye:
     
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  3. CB-PR
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    grazie del supporto pagi :) :) :) è molto importante. io soprattutto vivo di likes e commenti
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    Arriva il giorno del primo esperimento R.
    Scrivo “La dea Gaia non esiste” a caratteri cubitali con un ologramma che copre tutto il deserto del Sahara, di notte.
    Passa un minuto, niente. Passa un’ora, niente.
    Chiamo i capi delle varie correnti wiccan via Atlasfonino e facciamo una breve videoconferenza. Gli dico solo:«Vediamoci a queste coordinate, in mezzo al Sahara. Sono il capo di gran parte della Terra e c’è la remota possibilità che io diventi wiccan. Se venite».
    Aspetto mezzo secondo e sento la mia voce tradotta nelle varie lingue dei destinatari. Che strano.
    Loro rispondono “ok, stiamo arrivando”.
    Prendo la mia zeppelin house a levitazione (le zeppelin house sono gratis per tutti, poi ne parlerò) e vado alle coordinate.
    Per fortuna è notte. Con una giacca pesante la temperatura è sopportabile. Atterro, esco dalla zeppelin house e vedo, uno ad uno, scendere dalle loro zeppelin house i capi wiccan. Uno guarda l’orizzonte e dice qualcosa in tedesco. Il mio Atlasfonino traduce:«Che cos’è quel quadrato gigante che sta coprendo tutto il cielo? È giallo, guardate!». Il più anziano di loro avanza verso di me e mi dice:«Allora, che cos’è che dobbiamo vedere, a parte un quadrato giallo?».
    Io:«Seguitemi nella mia zeppelin house». Loro confabulano per mezzo minuto, poi entrano in fila nella mia zeppelin.
    Vado alla saletta comandi lasciando i miei ospiti nel salone, chiudo la porta e prendo quota,.
    30 metri
    100 metri
    1 chilometro
    10 chilometri. Comincio a pentirmi di quello che sto facendo.
    Spazio. Distanza dalla Terra, 1000 chilometri. I lunghi capelli delle sacerdotesse wiccan sono mossi dall’assenza di gravità come alghe in fondo al mare.
    Rendo il pavimento del salone trasparente e dico loro:«Guardate giù». Il più vecchio di loro vede la scritta gigante e urla:«Chi ha fatto questa scritta vagherà per mille anni in una valle di fuoco e ghiaccio!».
    Lo guardo, con ancora un piccolo residuo di timore reverenziale nei confronti delle religioni, e dico:
    «Mi vedi in una valle?».
    Il più giovane dei capi dà una spallata alla porta della saletta comandi, senza creare danni.

    Vorrei dirgli:«Dai attacca, tanto i tuoi dei non ti aiuteranno». Lo guardo negli occhi e capisco. Va bene, ho insultato la sua cultura. Una cultura millenaria. Ormai quel che è fatto è fatto. «Va bene – dico – levo la scritta?».
    Il più anziano dice soddisfatto:«Ah! Hai paura degli dei! Ti costringono loro a toglierla! Vedete? Miracolo!».
    Quando sento la parola “miracolo” penso ai sacerdoti che indossano le cinture di sicurezza nell’eventualità di un incidente. Ma non sono protetti dal loro Creatore?
    Tornando alla scritta gigante, rispondo ai capi:«E tra quanti secondi la tolgo? Due? Dieci? Ditemi voi».
    Il più giovane urla:«Adesso!».
    Passano due secondi imbarazzanti, e poi dico:«Signori, questa scritta non può coprire il Sahara in eterno, per una semplice questione ecologica. Non ho alcuna voglia di tenere svegli gli animali del deserto e delle coste. Dovranno dormire anche loro, prima o poi. E il più giovane (se non sta zitto gliene do uno in fronte), mi risponde:«Visto? Gli dei ti costringono a spegnere la scritta!».
    «Ci sono! – dice il più anziano – La scritta è solo una proiezione sui vetri di questa zeppelin house! È un trucco!».
    Mi reggo la fronte con una mano: mai ragionare con un wiccan. Mi faccio forza, mi sgancio dalla poltroncina della sala comandi e dico:«Mi avete rotto. Ve lo faccio vedere io il trucco. Atlasfonino, chiamami un claptrap. Deve portarci dieci tute spaziali e dieci paracadute. Io e gli occupanti di questa zeppelin house dobbiamo buttarci».
    Tempo dieci secondi e arriva un robottino claptrap munito dell’occorrente. Ce lo fa arrivare tramite un sistema a porte a tenuta stagna. Dico ai capi:«Adesso noi ci mettiamo queste tutte, indossiamo i paracadute e ci buttiamo, così vedete che non è un trucco».
    Capo anziano:«Buttarmi dallo spazio?! Giammai!».
    Preso dalla fretta gli dico:«Non me ne frega niente. Rimani qua, inserisco il pilota automatico così appena ci buttiamo torni a casa senza dover nemmeno pilotare».
    -
    E così, cinque minuti dopo, siamo liberi nel vuoto. Si sente solo il suono del proprio respiro, nello spazio.
    Stiamo cadendo dritti al centro della scritta gigante. Apro una linea di comunicazione con gli altri e dico:«Visto? Ci stiamo cadendo dentro. La scritta è reale».
    Il più giovane dice:«No, è una proiezione olografica nel casco».
    Oh porca madosca.
    Intanto arriviamo a quota 9000 metri. Chiamo un claptrap e gli dico:«Claptrap, trova un modo per dimostrare la veridicità della scritta ai miei ospiti». Risposta del claptrap:«Depressurizzazione in corso … acclimatamento … effettuati. Il soggetto può togliersi il casco».
    Dico al giovane:«Ok, puoi togliertelo».
    Ma nel frattempo siamo già arrivati a una quota troppo bassa, e la scritta si vede male da qui.
    «Ah, miscredente, gli dei ti hanno giocato un brutto tiro. Vedo solo nebbia gialla fosforescente da qui, non la scritta».
    Ho il brutto vizio di tramutare i dialoghi in realtà. Se io mi metto a parlare al suo livello va a finire che gli disattivo il paracadute fino a che non mi dice che gli dei wiccan non esistono.
    Apro tutti i paracadute e chiamo la mia zeppelin house tramite il mio Atlasfonino. Ci entro al volo e il claptrap di prima mi raggiunge e mi dice:«E i tuoi ospiti? Non li lascerai atterrare in mezzo al deserto, vero?».
    Ma passiamo a un altro argomento.
    Anzi, rimaniamo su questo perché mi arriva una chiamata.
    ...
     
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    Ok la questione si fa un po' incasinata ma suppongo che tutto verra chiarito a tempo debito scusate pero' mi permetto di dire ragazzi che io in grammatica faccio schifo ma occhio perché ci sono davvero troppe ripetizione adesso che ho finito di leggerlo mi sono rimasti in testa l' atlasfonino e la zeppelin house :asd:
     
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  5. CB-PR
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    argh ripetizioni, dove?
     
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    Io:«Seguitemi nella mia zeppelin house». Loro confabulano per mezzo minuto, poi entrano in fila nella mia zeppelin.
    Vado alla saletta comandi lasciando i miei ospiti nel salone, chiudo la porta e prendo quota,.


    Chiamo un claptrap e gli dico:«Claptrap, trova un modo per dimostrare la veridicità della scritta ai miei ospiti». Risposta del claptrap:«Depressurizzazione in cors


    :wacko: a me risulta ripetitivo poi non so vedi tu.. :bye:
     
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  7. CB-PR
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    ah vero grazie mille
     
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