Brihent

Capitolo 1

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    Divoralibri

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    Questo è il primo racconto che scrivo, vi prego di essere clementi :sasa:.
    I consigli sono sempre graditi :sisi:.
    Lo metto sotto spoiler perché è un po' lungo.
    I raggi del sole attraversavano le chiome degli alberi illuminando il sottobosco, il suono del vento tra le foglie faceva da colonna sonora a quella mattinata di fine estate.
    L'unico rumore estraneo in quel contesto era quello delle foglie secche che si sgretolavano sotto gli stivali di un giovane.
    A poca distanza da lui si trovava un piccolo cinghiale, ancora ignaro del pericolo che incombeva, tuttavia ci mise poco a udire lo scricchiolio delle foglie e a mettersi sul chi vive.
    Il silenzio venne interrotto dalle parole di un giovane, che rimproverò sottovoce l'amico.
    «Maledizione Biorn! Che siate dannati te e la tua stazza! Siamo già stati beccati!»
    A causa delle frustrazione Noel non riuscì a tenere un tono abbastanza basso, dando al cinghiale la conferma sulla posizione dei due giovani.
    Noel non si faceva accompagnare a caccia molto spesso da Biorn, le sue dimensioni ragguardevoli erano un grosso svantaggio quando era necessario muoversi silenziosamente per non farsi scoprire.
    «Non posso farci niente! Non dipende da me, non bisogna essere un quintale per far scricchiolare le foglie sotto i piedi, può capitare a chiunque!» ribattè Biorn irritato.
    Nel frattempo il cinghiale iniziò a correre, zigzagando tra gli alberi.
    Il suo tentativo di fuga finì presto. Noel lanciò un'accetta con estrema precisione, che roteando andò a colpire il fianco dell'animale, senza scalfire nemmeno un tronco.
    Biorn fece un sospiro di sollievo, mentre Noel agitò il braccio in segno di vittoria.
    «Vai così! Il miglior cacciatore di Vanalion colpisce ancora! » esclamò il giovane.
    «La mia abilità nel lancio dell'ascia ci ha salvati ancora, ma fare le cose in modo furtivo rende tutto molto più entusiasmante, la prossima volta vedi di camminare sulle rocce, quelle un quintale lo reggono.» continuò.
    Biorn sbuffò in segno di stizza. « E va bene signor " Campione della caccia ", ma ricordati che l'accetta che hai appena lanciato serve a tagliare la legna, non la selvaggina. Dopo tuo padre ce la farà pulire come al solito.»
    Con il bottino di caccia, i due si diressero a casa di Noel, quella sera si festeggiava il suo diciottesimo compleanno.
    Non sarebbe stata una grande festa, con parenti provenienti da ogni dove, ma una festa pensata per pochi: Noel, i suoi genitori, Biorn e la loro amica Lily .
    D'altronde Noel non andava pazzo per il trambusto e le feste numerose, anche perché sarebbe stato difficile organizzarle a Greenoak, un villaggio di poche anime situato in una valle ai piedi delle montagne. A lui interessava soprattutto mangiare una cena prelibata e ricevere il regalo, che in genere poteva essere un paio di noiosi stivali nuovi o una fionda, nella migliore delle ipotesi. Stavolta sperava in qualcosa di meglio, magari un'ascia da caccia o un arco di frassino nuovo di zecca.

    Raggiunta l'abitazione di Noel e dei suoi genitori, una ragazza poco più che adolescente raggiunse i due amici.
    «Oh! Vedo che i due impavidi guerrieri hanno fatto caccia grossa! Non l'avrei mai detto quando ti ho visto partire assieme a Biorn, sai Noel?»
    « A dir la verità abbiamo rischiato di rimanere senza cena, come già sai, Biorn è furtivo come una mucca in sovrappeso.» disse Noel sogghignando.
    Lily lo assecondò con una risata, ma la risposta di Biorn non tardò ad arrivare.
    «Oggi siete proprio spiritosi eh? Per vostra fortuna sto morendo di fame, altrimenti ve la farei vedere io.»
    Con un movimento rapido Biorn prese il cinghiale dalle braccia di Noel, poi partì di corsa verso la casa.
    «Me lo mangerò tutto io, così imparate!» esclamò, non riuscendo a trattenere una risata.
    « Staremo a vedere!» risposero divertiti gli altri due, all'unisono.

    Quella sera, al calar del sole, sul tavolo che fino a poco prima era imbandito rimanevano solo gli avanzi, un piccolo fuocherello schioppettava nel camino.
    Anche se non era ancora autunno, un vento fresco scendeva dalle montagne, facendo abbassare la temperatura e rendendo piacevole il tepore delle braci.
    « Il cinghiale era davvero delizioso! Grazie per la cena e l'ospitalità, signori Vald.»
    disse Lily compiaciuta.
    I genitori di Noel, Helga e Markus, annuirono sorridenti,e quest'ultimo prese parola.
    «Non c'è di che Lily, per noi è sempre un piacere accogliere gli amici di nostro figlio, semmai dovremmo essere io e Helga a ringraziare te e Biorn che tenete sempre d'occhio Noel.» rispose Markus sorridendo, poi appoggiò la mano sui capelli del figlio e glieli scompigliò in segno d'affetto.
    Egli guardò seccato il padre, scostò la mano dalla testa e si riordinò i capelli.
    «Non sono più un bambino Papà, so badare a me stesso, e poi che mai potrei combinare se non ci fossero Lily e Biorn con me?»
    «Probabilmente scambieresti qualche abitante del villaggio per un cerbiatto, e gli scaglieresti contro una delle tue asce» commentò Biorn, con un ghigno.
    « Mi immagino la signora Kaltby che corre e urla come una pazza dopo essere stata sfiorata da un'accetta volante!»
    «Ammetto che non mi dispiacerebbe provare...» confermò Noel, con un sorriso malizioso. Nella stanza iniziarono tutti a ridere.

    Helga si alzò da tavola e si diresse verso le scale che portavano al primo piano dell'abitazione. Non era una casa molto grande: composta da una grande sala affiancata da una cucina al piano terra, il piano superiore era costituito da due stanze, nonostante le dimensioni si trattava di un'abitazione calda e confortevole anche se dall'esterno pareva poco più di una capanna ai limiti del bosco.
    Qualche minuto dopo Helga scese dalle scale portando con sé un baule non molto grande, dalla forma stretta e allungata con bordi arrotondati, costruito con un legno scuro e liscio, le cui decorazioni in ferro erano state modellate a forma di foglia.
    «Siamo arrivati alla tua parte preferita. Ecco il tuo regalo, buon compleanno Noel!» disse Helga mentre porgeva il bauletto al figlio.
    In quel momento a Noel brillavano gli occhi. Aveva sempre ricevuto i regali avvolti in fagotti di tessuto, oppure suo padre organizzava delle piccole cacce al tesoro nascondendo i doni in casa o in giardino.
    Stavolta doveva essere qualcosa di differente, non venivano usati scrigni del genere per contenere stivali o fionde, era sicuramente qualcosa di valore.
    Appena ricevette il piccolo forziere tra le mani, Noel ne saggiò il peso e iniziò ad agitarlo per cercare di capire quale forma o grandezza potesse avere l'oggetto contenuto al suo interno.
    Sentì un tintinnio metallico, il classico rumore prodotto dalle armi mentre sobbalzano, lo stesso che proveniva sempre dalla bottega di Tod il fabbro quando gettava il ferro battuto nelle ceste dei semilavorati da completare.
    Il padre osservò con espressione compiaciuta, si vedeva da un miglio di distanza che Noel non stava più nella pelle,moriva dalla voglia di scoprire cosa fosse il regalo.
    «È da parte di tuo nonno, ce l'ha dato ancora molto tempo fa, dicendomi di conservarlo fino al tuo diciottesimo compleanno. Chissà dove si trova ora quel vecchio giramondo, è da qualche anno che non si fa sentire ormai.»
    «Te lo ricordi tuo nonno Sigfried vero?» domandò Helga.
    Una domanda ironica, alla quale conosceva già la riposta.
    «Certo, è stato lui a insegnarmi le basi del combattimento. È merito suo se oggi sono riuscito a colpire quel cinghiale con l'acetta.» rispose il giovane mentre era intento a sbloccare la serratura dello scrigno.
    Quando si trattava del nonno accadevano sempre cose interessanti, Noel lo sapeva bene. Non a caso Sigfried guidò uno dei più potenti eserciti del continente di Vanalion nella Battaglia degli Artefatti che imperversò fino a vent'anni prima, rivestì il ruolo di generale dell'armata della capitale Teralia. Ottenne vittorie importanti in molte battaglie cruciali. Tuttavia l'età avanzata e le numerose ricadute fisiche in seguito a quarant'anni di vita militare lo costrinsero a ritirarsi poco prima del termine della guerra, lasciando tutto nelle mani del figlio Markus, che dimostrò di avere la stoffa del padre portando a termine il conflitto in maniera egregia.
    Dopo il raggiungimento della pace, Markus aveva abbandonato l'incarico di generale e si era ritirato con la moglie e il figlioletto Noel nel tranquillo Villaggio di Greenoak, il posto ideale per vivere con la famiglia, lontano dalla capitale e da qualsiasi occupazione militare o politica.
    Dall'altro lato Sigfried, nonostante gli acciacchi che lo tormentavano, aveva deciso di partire per un lungo viaggio per scoprire di più sulla causa scatenante della guerra, gli Artefatti, ponendosi l'obiettivo di identificare le loro origini, ancora sconosciute.
    "È il mio modo di godermi la pensione!" continuava a ripetere.
    Di tanto in tanto passava a trovare Markus e la famiglia a Greenoak, insegnando al piccolo Noel le basi per essere un guerriero, l'unica cosa che gli riusciva bene, dato che una vita passata sul campo di battaglia non offre grandi spunti sui giochi da fare con i bambini. Questi insegnamenti anche se basilari avevano reso entusiasta il nipotino, un po' meno Markus, intenzionato a tenere lontano Noel dalla vita spericolata del nonno e da tutto ciò che avesse a che fare con l'arte della guerra.
    Prima di partire per il suo ultimo viaggio, era passato da Greenoak per lasciare il forziere e per dare quello che lui considerava probabilmente il suo addio.
    "Questa è la mia ultima visita. Ho portato il regalo per i diciott'anni di Noel, ma tranquilli, non è una domanda di ammissione nell'esercito. Mi raccomando, non dovete aprirlo, è esclusivamente per lui."

    Noel aprì il forziere, appena vide ciò che conteneva alzò le braccia al cielo, in preda all'esaltazione.
    «Sì, lo sapevo! Un'arma vera! Grazie nonno, ovunque tu sia!»
    Il momento che aveva tanto atteso era finalmente arrivato, non avrebbe più usato un'ascia da taglialegna o delle semplici frecce da caccia, finalmente aveva la sua arma personale.
    Il forziere conteneva una sorta di spada di dimensioni minori di quelle abituali.
    Lunga all'incirca cinquanta centimetri, presentava un'elsa di colore argentato, sull'impugnatura erano stati intagliati degli artigli simili a quelli di un rapace,
    mentre la guardia era stata forgiata a forma d'ali.
    Il pomello modellato a forma di testa di grifone con due gemme di color cremisi incastonate negli occhi dava l'idea di un'arma molto rara, quasi regale.
    Infine sul fodero di colore nero erano fissate delle decorazioni a forma di piuma, di colore argentato.
    Noel prese in mano l'arma per mostrarla orgogliosamente ai presenti, Biorn la osservò con attenzione e meraviglia allo stesso tempo. La reazione della madre non fu delle migliori.
    «Ero già preoccupata nel vederti usare archi e accette, figuriamoci ora che hai un'arma da battaglia. Mantenere la sanità mentale in questa casa sarà ancora più difficile da oggi in poi.»
    «Caspita! Non ho mai visto un'arma del genere, sembra una spada per bambini, guarda che dettagli, chiunque capirebbe che vale un mucchio di soldi!» esclamò Biorn con stupore.
    Intervenne Lily, a cui piaceva sfruttare ogni occasione per mostrare agli altri le conoscenze che aveva acquisito attraverso la lettura, la sua più grande passione.
    «Non è una spada per bambini, si chiama daga. Viene usata nei combattimenti corpo a corpo, è nella dotazione di qualsiasi esercito, vero Markus? Chissà quante ne hai viste di daghe come questa.»
    «Esatto, vedo che sei ben informata, Lily. Molto spesso l'equipaggiamento di un soldato comprende una daga, tuttavia è la prima volta che ne vedo una di questa fattura. È troppo elegante per essere da battaglia, sono quasi sicuro che si tratti di un'arma da cerimonia» commentò l'ex generale, analizzando l'arma nei minimi particolari.
    Poi fece un cenno al figlio «Estraila dal fodero, se è come penso la lama non dovrebbe essere affilata.»
    Noel eseguì. Sulla lama erano incisi in verticale dei caratteri particolari, con uno stile bizzarro e incomprensibile.
    «Non ho mai visto caratteri del genere, forse è una lingua antica oppure l'arma proviene da molto lontano.» commentò Lily dopo aver dato uno sguardo più da vicino.
    «Lingua antica o no, ha poca importanza. Avevi ragione papà, la lama è tutto tranne che affilata, a quanto pare ho un nuovo soprammobile....» ammise Noel deluso.
    Markus gli diede una pacca sulla spalla. «Non fare il broncio, sappiamo che non è adatta al combattimento, ma non finisce qui. Non sei curioso di scoprire di più su questa daga? Questi caratteri, le decorazioni ... Hai un'enigma da risolvere davanti agli occhi.»
    Noel rinfoderò l'arma e la rimise dentro lo scrigno, sbuffando.
    «Magari un'altra volta, in questo momento il mio entusiasmo è stato appena preso a schiaffi.»
    Ci fu qualche istante di silenzio, che venne interrotto da Helga.
    «E questa?» disse la donna mentre si piegava per raccogliere un foglio di carta.
    Era lungo e stretto, piegato più volte su sé stesso e sigillato con un timbro in ceralacca. «Sembra una lettera, deve essere caduta quando hai preso la daga dal forziere, ma a giudicare dalle dimensioni è stato piegato per essere inserito nel fodero, forse era lì dentro.»
    «Sarà una delle solite lettere di auguri, la leggerò domani, ora non ne ho voglia.»

    Cominciarono a sentire il rumore delle gocce d'acqua sul tetto, poco a poco iniziò a piovere.
    «Maledizione! Oggi pomeriggio non c'era una nuvola in cielo, ora spunta questo temporale all'improvviso!» esclamò Biorn con un gesto di stizza.
    «In ogni caso si è fatto un po' tardi, è meglio se mi incammino finché piove poco, non vorrei trovarmi a correre sotto un acquazzone, non ho niente per coprirmi.» disse Lily, alzandosi da tavola e indossando una giacca di lana leggera.
    «Penso che verrò con te, la strada fino al villaggio è piuttosto lunga, un po' di compagnia non guasta.» ribatté Biorn, mentre si incamminava verso la porta.
    «E poi di notte il bosco mette i brividi, soprattutto dopo la storia sugli spiriti maligni che mi hanno raccontato alla Taverna l'altro giorno!»
    «Uno grande e grosso come te che si fa coinvolgere dalle storielle degli ubriaconi, che razza di fifone.» commentò la ragazza, aprendo la porta di casa.
    «Grazie di tutto signori Vald! E buon compleanno ancora Noel, a domani!»
    «Già, è stato divertente! Grazie mille!» concluse Biorn.
    Dopo gli ultimi saluti con Noel e famiglia, i due amici incamminarono sul sentiero nel bosco, in direzione del villaggio.
    Una voce spettrale si levò.
    «Bioooooorn, stiamo venendo a prenderti! Ih Ih Ih Ih!»
    Il ragazzo lanciò un urlo di terrore, accorgendosi poi delle risate dell'amica.
    «Smettila Lily! Non è divertente!»


    Helga entrò in camera e aprì gli scuri. Non rimaneva più traccia delle nubi che avevano portato pioggia la sera prima e per tutta la durata della notte.
    L'aria era frizzante e nonostante il sole splendente c'era più fresco del solito, si sentiva di sottofondo il rumore del vento tra le foglie e quello del torrente poco distante dall'abitazione, in piena a causa delle precipitazioni della notte.
    «Basta dormire! Se non ti alzi in fretta quando avrai finito la colazione sarà già ora di pranzo!» esclamò lei.
    Noel si alzò a fatica, la giornata precedente non era stata stancante, ma la sua pigrizia gli avrebbe permesso di dormire anche fino al pomeriggio.
    Prima di scendere a fare colazione, con la coda dell'occhio notò lo scrigno regalatogli dal nonno sulla scrivania, non aveva ancora aperto la lettera lasciata nel fodero della daga. " Meglio vedere che c'è scritto, altrimenti continueranno a domandarmi se l'ho letta" pensò.
    Fece colazione con pane e formaggio, il tutto accompagnato dal succo di mirtilli preparato dalla madre, era da anni che lo beveva a colazione e non avrebbe mai potuto farne a meno.
    Tra una fetta di pane e l'altra, tolse il sigillo dalla lettera e iniziò a leggerla.

    " Caro Noel,
    Ti faccio i migliori auguri di buon compleanno, ormai sei un uomo, ti attendono molte scelte importanti.
    Che te ne pare della daga?
    Sicuramente avrai notato i caratteri incisi sulla sua lama. Conoscendoti immagino che sarai rimasto un po' deluso nello scoprire che non è affilata, ma non disperarti, quell'arma non saprà tagliare, ma è meglio di qualsiasi spada o ascia che tu possa trovare. Al suo interno è racchiuso un grande potere.
    Io e Markus ti abbiamo già raccontato della Guerra degli Artefatti che si è conclusa non molto tempo fa, tuttavia ci sono alcune cose che non ti sono state dette, ma ora sei pronto per sapere la storia dettagliata.
    Il nostro mondo è sempre stato all'oscuro della magia, fino a quando, 130 anni fa, avvenne l'Inerya, la pioggia mistica.
    Malgrado fosse giorno, calò la notte e in cielo apparve una massa luminosa, era come se un lago fatto di luce stesse levitando a chilometri di altezza.
    D'un tratto quel complesso luminoso si scisse in otto luci, che schizzarono via come delle stelle cadenti, atterrando sul nostro continente.
    Furono organizzate delle spedizioni per indagare su quella sorta di stelle con l'obiettivo di scoprire dove fossero atterrate. Sebbene caddero in aree difficili da raggiungere, vennero ritrovate tutte. All'interno di quelle stelle erano presenti degli oggetti, chiamati Artefatti.
    Inizialmente non si riuscì a capire a cosa servissero, solo dopo qualche anno si scoprì che possedevano un incredibile potere magico, un potere immenso, che andava oltre la comprensione delle conoscenze di quel tempo.
    Tuttavia gli artefatti avevano un limite, non potevano essere utilizzati da chiunque, solo alcuni prescelti avevano i requisiti per accedere al potere degli Artefatti.
    Venivano chiamati Utilizzatori, o Brihent.
    Alcuni Artefatti, tre per l'esattezza, finirono nelle mani di Brihent dall'animo corrotto e folle.
    Le città bramose di potere strinsero un accordo con questi Brihent per conquistare territori ed entrare in guerra con le altre città.
    Di conseguenza in difesa di queste ultime si schierarono gli Utilizzatori di Artefatti rimanenti.
    Queste furono le cause scatenanti della guerra, terminata con la sconfitta dei Brihent malvagi, ai quali vennero sottratti gli Artefatti. Per evitare nuovi conflitti in futuro, come precauzione anche gli altri Brihent rinunciarono ai loro Artefatti.
    Gli otto oggetti magici vennero divisi in coppie e ciascuna di esse fu affidata ad ognuna delle quattro città vincitrici della guerra, che li custodiscono tutt'ora.
    Ho lasciato il mio incarico di generale per apprendere di più sugli Artefatti, i miei viaggi mi hanno portato in ogni angolo del continente. Ho viaggiato per mesi a vuoto, fino a quando sono riuscito a trovare ciò che cercavo.
    Mi trovavo nel villaggio di Skirtarr, nel cuore della catena montuosa a nord del continente, gli abitanti mi dissero che il giorno in cui avvenne Inerya videro un bagliore provenire dalla base della montagna di Grundnir, che un tempo era abitata da un'antica tribù, ma non arrivarono mai spedizioni dirette in quell'area, dato che nessuna stella vi era atterrata.
    All'interno della grotta trovai delle incisioni sulle pareti, caratterizzate sa simboli illeggibili dall'aspetto particolare, delle rune, che avevo già visto prima.
    Scoprii che l'energia sprigionata da Inerya aveva sbloccato delle antiche porte all'interno della grotta, che permettevano di accedere ad un tempio.
    Le pareti erano costellate dalle stesse rune presenti all'inizio della grotta.
    A quel punto mi ricordai di averle già viste sugli artefatti, ma comparivano su di essi solamente quando un Brihent ne entrava in possesso.
    È in quel tempio che trovai il forziere che ti ho donato.
    Alla vista della daga capii che gli Artefatti non erano otto, bensì 9.
    Eppure rimaneva un enigma da risolvere. Se le stelle separatesi dalla massa di luce il giorno di Inerya erano otto, per quale motivo non era presente la nona?
    Non avevo molta scelta, presi la daga con l'intenzione di portarla alla capitale per farla analizzare. In seguito però fui costretto a cambiare i miei piani.
    Accadde tutto quel giorno, sulla strada di ritorno per Teralia decisi di fermarmi a Greenoak per una delle mie solite visite. Quando mi venisti incontro, sentii uno strano rumore provenire dallo scrigno nonostante lo avessi lasciato sul cavallo, inoltre vidi un lieve bagliore provenire dal suo interno.
    In fin dei conti la daga non aveva ancora il suo utilizzatore, ed era impossibile prevedere chi lo sarebbe diventato. Fu in quel momento che mi venne un sospetto: forse l'artefatto aveva reagito alla tua presenza.
    Ti presi in braccio e mi avvicinai allo scrigno, che iniziò a vibrare e illuminarsi man mano che la distanza diminuiva.
    In seguito a un ultimo bagliore terminarono le vibrazioni, dopodiché controllai all'interno dello scrigno. I miei sospetti erano esatti.
    La Daga aveva trovato il suo utilizzatore, tu sei il suo Brihent.
    Decisi di lasciare lo scrigno con questa lettera ai tuoi genitori, con l'accordo di dartelo una volta compiuti i diciotto anni.
    Ora il tuo fisico è pronto per sostenere la potenza dell'Artefatto, e tu dovresti essere abbastanza maturo per affrontare quello che ti aspetta.
    Sei destinato a grandi cose.
    Recati alla locanda di Greenoak, l'oste era un mio fedele ufficiale, fagli vedere la lettera, ti spiegherà come raggiungermi nel nuovo mondo."

    Noel rimase sbalordito da quella lettera. Gli era stato raccontato del grande potere posseduto dagli Artefatti, ma non immaginava che fosse così devastante da permettere la distruzione di città intere. Evidentemente la diffusione delle informazioni riguardo a quei misteriosi oggetti era stata limitata per evitare che scoppiasse il panico tra la gente.
    Ciò che gli rimaneva più impresso era la storia dei Brihent.
    Per quali ragioni gli Artefatti sceglievano determinate persone che avrebbero potuto godere esclusivamente dei loro poteri? Quali caratteristiche rendevano i Brihent dei prescelti?
    E come se non bastasse era uno di loro. Lui, un ragazzo appena diciottenne che aveva sempre trascorso una vita tranquilla in un villaggio sperduto ai piedi delle montagne.
    Quella storia era talmente assurda da sembrare inventata, magari Sigfried aveva montato tutto per fingere che quella daga non fosse una banale arma ornamentale, cercando di arginare la delusione del nipote che da tempo aspettava un'arma degna di un soldato.
    Racconto inventato o no, c'era solo un modo per scoprirlo, andare alla taverna per capire se si trattava dello scherzo fatto da un nonno burlone oppure una grande e reale avventura che lo attendeva.
    Si precipitò fuori dalla casa con la lettera, ripensando alla storia appena letta. Era troppo elaborata per essere inventata, troppe parti si incastravano perfettamente nel susseguirsi della spiegazione, inoltre nonno Sigfried non aveva mai avuto una grande fantasia, chissà quanto avrebbe impiegato a creare tutto il racconto.
    «Vado al villaggio! Mi vedo con Biorn!» disse a voce alta Noel, avviandosi con passo veloce verso il sentiero.
    Meglio non raccontare tutto ai genitori, lo avrebbero bacchettato per essere stato credulone e avrebbero preso per pazzo Sigfried usando come scusa l'avanzare dell'età, responsabile dei deliri di un vecchio generale tormentato dai ricordi della guerra.


    Edited by Vegard - 2/10/2015, 11:53
     
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    Scrivi che questo è un racconto ma in effetti sembrerebbe più il primo capitolo di qualcosa di più lungo. Infatti un racconto, a mio avviso, dovrebbe avere un inizio ed una fine. Quindi immagino che questo sia l'avvio di un romanzo fantasy. La prosa è abbastanza buona e scorrevole, anche se ci sono alcuni errori di ortografia basilari (acetta, parola che ripeti moltissimo, si scrive "accetta" e i sostantivi maschili non hanno bisogno dell'apostrofo quando hanno l'articolo indeterminativo davanti es. un'arco non va bene, ma si scrive "un arco"). L'uso dei tempi verbali è invece molto buono.
    Io non sono una grande amante dei fantasy, però la trama mi sembra un po' già vista.. ;)
    Comunque complimenti per la padronanza dell'italiano (errorini a parte) :yep:
     
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    Sì è vero, l'ho pensato come capitolo di un romanzo, anche se l'ho fatto tanto per fare, non so neanche se lo finirò. :asd:
    Per quanto riguarda la cara "acetta" avevo qualche dubbio infatti, è che dalle mie parti l'ho sempre sentita pronunciare con una c sola, e non ho trovato sinonimi decenti :asd:
    Gli errori sugli articoli indeterminativi sono i classici errori di distrazione che mi capita di fare, ho scritto con wordpad che non ha il correttore ortografico :scrut: , in genere non mi capita mai di farli :nuooo:
     
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    Premetto non l'ho ancora letto per mancanza di tempo... comunque ci sono buoni sinonimi per accetta, ad esempio scure ed ascia :asd:
     
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    CITAZIONE (Flavia. @ 2/10/2015, 11:27) 
    Premetto non l'ho ancora letto per mancanza di tempo... comunque ci sono buoni sinonimi per accetta, ad esempio scure ed ascia :asd:

    Già, però quelle sono perlopiù armi da guerra, mi suona strano dire "ascia da taglialegna" o "scure da taglialegna",la prima è già più accettabile, la seconda invece la escluderei. Ma a questo punto se non ne trovo altri dovrò arrangiarmi con questi in qualche modo :dunno:
     
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    CITAZIONE (Vegard @ 2/10/2015, 11:29) 
    Già, però quelle sono perlopiù armi da guerra, mi suona strano dire "ascia da taglialegna" o "scure da taglialegna",la prima è già più accettabile, la seconda invece la escluderei. Ma a questo punto se non ne trovo altri dovrò arrangiarmi con questi in qualche modo :dunno:

    L'ascia non è solo un arma da guerra, anzi... basta pensare ai "maestri d'ascia" che sono figure di spicco nei cantieri navali, fondamentali nella costruzione delle imbarcazioni :sasa: quindi non dovrebbe suonarti strano "ascia da taglialegna" perché esiste, come esiste l'ascia da carpentiere ;)
     
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    CITAZIONE (Flavia. @ 2/10/2015, 11:46) 
    L'ascia non è solo un arma da guerra, anzi... basta pensare ai "maestri d'ascia" che sono figure di spicco nei cantieri navali, fondamentali nella costruzione delle imbarcazioni :sasa: quindi non dovrebbe suonarti strano "ascia da taglialegna" perché esiste, come esiste l'ascia da carpentiere ;)

    Hai ragione, allora "ascia" lo tengo in considerazione :o:
     
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    Per quanto riguarda la scure invece leggi il primo significato che da il dizionario ;)
    Puoi usare entrambi i termini, non suonerebbero strani fidati :yep: è solo una tua fissa :P
     
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    Disintossicati dai libri

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    Ti volevo chiedere un'altra cosa e ti premetto subito che di armi da taglio ne capisco poco. Il protagonista rimane male perchè la spada non è affilata .... ma non si può affilare o arrotare o quel che si fa alle lame per renderle taglienti?
     
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    CITAZIONE (mokina @ 2/10/2015, 12:20) 
    Ti volevo chiedere un'altra cosa e ti premetto subito che di armi da taglio ne capisco poco. Il protagonista rimane male perchè la spada non è affilata .... ma non si può affilare o arrotare o quel che si fa alle lame per renderle taglienti?

    Neanche io sono proprio un mastro fabbro, la mia conoscenza sulle armi si limita a quello che ho letto sui libri.
    Secondo me le armi da cerimonia sono un po' come quelle da collezione, la loro lama non è adatta all'affilatura e si rovinerebbe a causa del tipo di ferro utilizzato per forgiarla, un ferro non adatto alle armi, e hanno una configurazione diversa, un bordo troppo spesso per essere tagliente.
    Io ho fatto questo ragionamento, poi non se se le armi da cerimonia si possono affilare sul serio, oppure sono vere e proprie armi. :ehm:
     
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    ahah, mi sa che rimarremo con il dubbio, anche se in effetti il tuo ragionamento non fa una piega ;)
     
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    Non ne sono attratto, noioso e pieno di errori. Non vedere questa critica come un insulto, piuttosto un motivo grazie al quale migliorarsi. Leggendo questo "racconto" mi sembravo io all'età di 13 anni, davvero mi hai fatto rivivere quei momenti dove scrivevo davanti al computer. Ti consiglierei di leggere tanto, proprio grazie alla lettura puoi imparare e migliorare. Sono sicuro che potrai fare di meglio. Ti consiglio libri di Martin (trono di spada) anche se a mio avviso li trovo un po noiosi, però questi libri sono davvero ricchissimi di dettagli, essenziali per una mente giovane e creativa.

    Un cordiale e affettuoso saluto
     
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    CITAZIONE (Roberto Sucameli @ 24/10/2015, 00:16) 
    Non ne sono attratto, noioso e pieno di errori. Leggendo questo "racconto" mi sembravo io all'età di 13 anni, davvero mi hai fatto rivivere quei momenti dove scrivevo davanti al computer.

    g1364685630625342017
     
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