Incontri ravvicinati

Portò la mano verso il ciondolo della madre: due draghi che, intrecciati fra di loro, formavano un cerchio. Gli occhi di giada e di rubino risaltavano sul loro materiale argenteo. I suoi pensieri furono interrotti dallo stridio di quattro ruote e quando lanciò uno sguardo verso la fonte, iniziò ad imprecare che, se non fosse stata per la sua natura angelica, l'avrebbero scambiata per una ragazza impossessata. Il tassista l'aveva lasciata lì, in mezzo al nulla. Battè lo stivale nero a terra, con rabbia, e si scompigliò i capelli corvini. Accidenti. Maledizione! Se becco di nuovo quel tassista io lo U C C I D O. Pensò, mentre correva verso l'ospedale che cadeva a pezzi. Quando fu al riparo, minuscole goccioline di pioggi iniziarono a scendere, per poi trasformarsi in un Diluvio Universale. Eryn portò le dita sotto la pioggia, le gocce scivolarono via dalla sua mano. Un sorriso amaro si fece largo sul suo viso. La vita, come queste gocce, scivola via facilmente. Ritirò la mano quando sentì dei rumori provenire dall'edificio abbandonato e, quando si girò, notò due occhi color del ghiaccio, che risaltavano sulla sua carnagione pallida. Senza neanche chiedere chi fosse colui, Eryn lo capì immediatamente. Era un vampiro e, lei, era nel loro covo.