Recensione di Veleno e pozioni d'amore - Imogen Barnabas

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  1. plusbizarre
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    Recensione Veleno e pozioni d'amore
    Imogen Barnabas
    Titolo_topic


    Informazioni riguardo al libro Veleno e pozioni d'amore


    Titolo: Veleno e pozioni d'amore
    Autore: Imogen Barnabas
    Editore: Òphiere
    Trama Titolo_libro: Un carro da morto, un killer seriale, dodici vittime già putrefatte, quattro fresche di giornata e, per non farsi mancare niente, due tentativi di suicidio. E in mezzo, loro: due affascinantissimi scapoli, un poliziotto nero e il suo amico “faccia da schiaffi”. Sembrerebbe una sfida impossibile per Lyssa e Dominique, tanto più in un mondo in cui più nessuno ti ama se hai superato di un giorno la trentina. Eppure sederi sodi e smorfiette nulla possono contro il richiamo della fragilità più inerme. Tanto indifesa… Da uccidere.
    Dominique, riccioli dorati e alluci vanitosi, Lyssa, sibillina maestra di erbe e pozioni, in un casale, in Provenza, attorno a un tavolo, alle quiche e ai farigoule, mettono in moto una screwball comedy in cui si fondono amore e umorismo: la stessa tenera ironia che a ben vedere è il sale del rapporto tra femminilità e virilità anche nella vita (presa dalla scheda).

    Recensione ed analisi


    Valutazione di Veleno e pozioni d'amore un 8 pieno.

    Veleno e pozioni d'amore è un libro di quelli che si leggono sotto una piantana dalla luce molto calda, possibilmente su una poltroncina vintage, il corpo avvolto in una coperta di pile dal disegno particolare e, quasi obbligatoriamente, bisogna tener vicino un tavolinetto in legno con sopra una tazza contenente liquido fumante. Io l'ho letto tra i deliri della febbre alta, accasciata come una bestia morente sul divano, sudata, con la coperta a mezzo sulle gambe, la tachipirina nel bicchiere e la testa bollente.
    Nonostante questo, il libro mi è piaciuto molto. Si tratta di una storia semplice ma acuta, divertente, scorrevole e, nonostante l'apparente frivolezza di una lettura da divertimento, ricca di spunti profondi. Parto col dire che ho adorato l'inserimento, tra i capitoli della storia, di ricette tipiche della Provenza francese: a leggerle così sembrano di facile realizzazione, cosa di cui sospetto profondamente, ma soprattutto stimolano la curiosità della vista, dell'olfatto, del gusto. La trama del libro è abbastanza semplice e riassunta sapientemente poco sopra, per cui non mi dilungherò ulteriormente. Le vere perle sono nascoste qua e la con discrezione narrativa a mio parere sapiente (ricordo che ha vinto “Gusti fra le righe” nel 2014, il premio assegnato dalla rassegna “I sapori del giallo” che ha avuto come presidente Carlo Freccero). Piccole note di saggezza d'altri tempi, ampli respiri di un'epoca e di luoghi molto comuni alle nostre nonne e bisnonne ma ben poco a noi. Il libro, un noir macabro e romantico al tempo stesso, mi ha rapita per la pretesa di far aprire gli occhi di fronte alla banalità del male che ci infliggiamo e che crediamo venga sempre attribuito all'esterno, cioè alla società o ad altre persone sulle quali investiamo troppo emotivamente, e che carichiamo di un'importanza che non possiedono.
    Stile di scrittura: comica, a volte buffa, ma semplice e perfettamente in linea con il tipo di storia. L'unica pecca che devo segnalare, ma è forse dovuta ai deliri della febbre, è la difficoltà di capire come si svolgono in determinati e rari momenti alcune azioni svolte dai personaggi.
    Consigliato a: chi ha voglia di passare pomeriggi tranquilli leggendo una storia che è una piccola conchiglia, contenente piccoli tesori.

    Edited by Pagi79 - 19/1/2022, 18:47
     
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