Storia di una vittima

racconto di 18 capitoli + epilogo - tema fantasy / vampiri VM 14 (teoricamente xD)

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  1. Tigrotta!!!
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    CAPITOLO 3

    Era ormai passato un mese da quando ero stata relegata in quella villa, non avevo ancora scoperto l’uscita, e tutte le sere Clair mi portava ciò di cui avevo bisogno, solitamente in calici di cristallo.

    Ormai la mia convivenza forzata era divenuta sopportabile, non perché io mi fossi addolcita nei confronti di quello stupido di un vampiro, bensì, perché fortunatamente aveva smesso di essere così assillante con me. Ogni momento tranquilla lo passavo pensando al mio Alex, e quasi tutte le notti cercavo un modo di fuggire; e lui lo sapeva benissimo.

    La mia camera era diventata molto più “umana”, la bara era stata nascosta sotto il letto, c’era nuova mobilia ed un grosso tappeto bianco a pelo lungo al lato del letto… lì è dove passavo la maggior parte delle nottate quando non avevo niente da fare, facevo partire il nuovo stereo, apparso magicamente una sera nella mia stanza, a volume fin troppo alto.

    Una sera mentre pettinavo il mio tappeto con le dita lui bussò alla mia stanza e anche se non risposi entrò lo stesso, dicendomi “Ormai è un mese che sei qui… dovresti iniziare a nutrirti da sola invece che contare sempre su di me..” scocciata da quella frase, perché non ero stata di certo io a chiedergli di diventare come lui risposi “se fossi sicura di ridurmi in polvere smettendo di nutrirmi lo farei” lui si avvicinò a me e sedendosi sul tappeto, mi accarezzò una guancia con il dorso della mano “mon cheri... lo sai benissimo che se non ti dovessi nutrire diventeresti solo più debole, ma non moriresti… saresti solo più vulnerabile, e sai anche benissimo che io non te lo permetterei mai” mi sorrise, ma io ribaltai gli occhi, così continuò “volevo portarti a ballare… lì è il posto più facile per una novizia” gli lanciai un occhiataccia ma lui continuò imperterrito “devi iniziare anche ad apprendere i tuoi poteri, e le vittime già stordite dall’alcol sono più facili da ammaliare” mi sorrise, chiesi timidamente “tu davvero vuoi farmi finalmente uscire di qua?” lui annuì, io continuai “e mi porterai in discoteca?” ulteriore cenno “non potrò vedere Alex vero?” “già” fu la sua fredda risposta, quindi chiesi più rattristata “devo per forza andarci?” altro cenno, lo guardai negli occhi seriamente “puoi almeno portarmi lontano, dove nessuno possa riconoscermi, dove nessuno potrà riferirgli di avermi vista lì con un altro!” all’inizio sogghignò, poi aggiunse un “va bene… ti porterò lontano, ma tu dovrai promettermi di cacciare ed uccidere la tua prima vittima lì!” io deglutii, finché era bere sangue da un bicchiere era un conto, se si trattava di berlo direttamente dal collo di un umano, come lo ero stata io fino ad un mese fa, era tutt’altro; accettai la proposta ancora incerta, poi aggiunse “ti ricordo che il tuo abbigliamento dovrà essere all’altezza della mia compagna! Dovrai essere bella, sexy, e molto provocante” “ma… m ma io” alzai la voce ma non riuscì a finire la frase “non mi interessa, a me piacciono così” rispose con sufficienza dopo averlo letto e se ne andò.

    Quando chiuse la porta urlai “dovresti piantarla di leggermi nella mente! È irritante!” lui infilò solo la testa nello spiraglio appena aperto della porta “ma tu non sai quante belle cose ho scoperto…. E si… domani andrai a fare shopping dopo il tramonto per trovarti qualcosa come piaccia a me… e verrò anche io con te… non vorrai mica lasciarmi qui da solo no?” presi un cuscino che avevo sotto mano e lo lanciai con tutta la mia forza contro la porta, lui la richiuse e il cuscino si strappò lasciando uno strato di piume bianche all’ingresso “ti odio!!!” urlai.

    La sera seguente mi alzai e mi cambiai in fretta, jeans, maglietta, maglioncino dolcevita e cappotto, senza dimenticare le mie scarpe da ginnastica che ormai stavano facendo la muffa a fianco del cassettone.

    Pronta uscì dalla stanza, e lui mi stava aspettando lì davanti. Mi stupii del suo abbigliamento, tuttavia non gli dissi niente se non “lo sai che devi pagare tutto te, vero?” sbuffò e mi accompagnò all’uscita. Girammo molti negozi, tra cui le marche più prestigiose, comprai vari top, magliette e canotte, anche un paio di maglioncini, tanto pagava lui, gonne, molte gonne, lui adorava le gonne, io le odiavo!

    Qualche decolté e degli stivali… tutti rigorosamente con tacchi a spillo, ovviamente io preferivo le ballerine, tutto rigorosamente di colori scuri. Dopo essere passati anche a comprare borse e collant ci dedicammo ai trucchi: rossetti, ombretti, matite, eyeliner, poi forcine ed elastici per capelli, e fu solo lì che mi accorsi di una cosa, appena usciti dalla profumeria chiesi “Clair?” “Oui mon cheri?” “ma… Noi ci riflettiamo allo specchio?” “emh.. si perché?” “e allora perché non ne abbiamo uno in villa?” “perché noi siamo perfetti così… senza doverci controllare nel nostro stesso riflesso” “ah” fu la mia unica risposta fissandolo negli occhi, dopo una pausa aggiunsi “voglio uno specchio in bagno e uno in camera!” “eh????” chiese lui stupito “non ho ancora l’arte di sapermi truccare senza uno specchio davanti!” “ma perché due allora?” “quello in camera è per vedermi nell’insieme!” risposi come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo, quindi appena prima dell’ora di chiusura riuscimmo ad entrare in un centro casa, dove presi uno specchio con una cornice decorata color argento da mettere in bagno, ed uno specchio ad unghia per camera mia.

    Arrivati alla villa Clair richiuse subito la porta a chiave e se la mise in tasca, sicuramente per non farmi vedere dove la tiene abitualmente “ottima deduzione” mi rispose ed io lo ignorai… iniziai quindi a ritirare tutto il mio nuovo, orribile, abbigliamento nei cassetti e nell’armadio, lo specchio posizionato nell’angolo e la trousse con tutti i miei nuovi trucchi in bagno. Ormai avevo trasformato quella insulsa stanza nella mia camera… ma il mio cuore era ancora troppo umano per il mio corpo da vampira, pensai al mio Alex sotto le lenzuola e mi addormentai.
     
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  2. fma4ever
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    Bello! Questo mi piace. :sisi:
     
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  3. Tigrotta!!!
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    CAPITOLO 4



    La sera seguente, mi svegliai e iniziai a scegliere tra tutti i miei nuovi vestiti, era ancora molto presto per l’ora che saremmo dovuti uscire, ma era sempre meglio prepararsi in anticipo… Appoggiai alcune soluzioni possibili sul letto e iniziai a scegliere, poi dopo aver deciso ritirai il resto. Il quel momento mi cadde l’occhio sul mio cellulare, era spento da quasi un mese, lì non prendeva, quindi tanto valeva accenderlo, e mi chiedevo se valesse la pena di portarlo dietro la sera, dove in discoteca avrebbe preso. Dopo una breve riflessione rinunciai all’idea perché appena uscita dalla stanza l’avrebbe scoperto.

    Andai in bagno a prendere i trucchi che meglio si abbinavano al mio abbigliamento, li riposi sul mobile a fianco allo specchio e accesi la radio, misi su un vecchio cd con la musica dance, ma poco dopo iniziarono i miei dubbi… non ero intenzionata ad uccidere assolutamente nessuno, e non volevo andare in discoteca con Clair, non volevo divertirmi, mentre non ero con il mio Alex. Così, mi sdraiai sul letto abbracciando un cuscino e chiusi gli occhi, non mi addormentai, eppure riuscì quasi a scollegare il cervello, fino a che qualcuno, chissà chi, bussò alla porta “se hai ancora i tuoi tempi da umana è ora che ti prepari. Ah… ricordati che andiamo in un locale abbastanza dark questa sera” sogghignò e richiuse la porta.

    Non so il perché però ero già convinta che il posto fosse qualcosa del genere, mi alzai dal letto, e molto svogliatamente iniziai a prepararmi.

    I miei capelli erano perfettamente puliti, come sempre ormai, quindi non persi tempo a lavarli, mi levai le ciabatte, calzini e jeans, per poi mettermi calze a rete, una minigonna in pelle, molto corta e molto aderente, e delle decolté entrambe nere, diedi un occhiata allo specchio e vedermi mezza pronta e mezza no risi, e mi imbarazzai tantissimo per le troppe gambe che si vedevano, il bello è che almeno non potevo avere male ai piedi. Iniziai quindi con la parte superiore del corpo, un top senza spalline a tinta unita scura con nastri in tulle rosso e nero sparsi, sembrava che lo strato di tulle fosse stato strappato e quello era il risultato, i capelli rimasero sciolti, lunghi fino al fondoschiena, la mia pelle ormai pallida, risaltava su quell’abbigliamento così tetro, infine iniziai con il trucco, rossetto rosso amaranto, matita ed eyeliner che mi contornavano gli occhi. In quel momento mi accorsi che il verde smeraldo delle mie iridi era scomparso, lasciando posto ad un verde molto chiaro e brillante. Infine aggiunsi l’ombretto nero. Ero pronta? Mi guardai allo specchio per conferma, si, quella ragazza riflessa stava davvero bene vestita così, ma non ero io, io non mi sarei mai agghindata in modo così provocante, avrei avuto troppa vergogna di uscire. Quindi confermando a me stessa che quella non ero io uscì dalla stanza dove Clair mi stava aspettando.

    Appena lo vidi un mio sogno ricorrente mi balenò nella testa, cercai di ricacciarlo il prima possibile nel dimenticatoio, nondimeno lo vide… Mi correggo! Sicuramente lo vide perché sogghignò soddisfatto.

    Rimasi un attimo a fissarlo a bocca aperta, scarpa elegante nera, jeans aderente scuro che faceva notare curve che io, come ragazza fidanzata, non avrei dovuto guardare, e lo sentì sogghignare mentre lo sguardo si alzava sul petto coperto da una camicia sancrata a collo alto, e sopra una giacca in pelle leggera, aperta. I capelli erano appena stati tagliati fino alle spalle.

    Appena la mia mente tornò a pensare tolsi lo sguardo, e lo sentii di nuovo sghignazzare, vidi che mi osservava pensoso per poi dire “mmh… si… hai un abbigliamento consono per essere la mia compagna!” lo guardai male e non feci commenti su di lui, dovetti però farli a quella splendida Porche grigio metallizzata parcheggiata davanti la villa; elegantemente Clair mi aprì la portiera e mi fece accomodare in macchina. Salì sul lato dell’autista e partimmo; l’inizio del viaggio fu molto silenzioso, io guardavo fissa fuori dal finestrino, mi era sempre piaciuto viaggiare, mi rilassava, poi il silenzio s’interruppe “se non ti avessi già trasformato, ti avrei già infilato i canini nel tuo delicatissimo collo” “la prima volta che mi sento fortunata ad essere una vampira” fu la mia risposta secca, poi continuai “è inutile che continui a provarci con me!!! Non ti è ancora chiaro che l’unico motivo per cui sono ancora al tuo fianco è perché non posso scappare?” lui sbuffò “Touché” ammise, ma il silenzio non continuò ancora per molto “ricordati solo di non sporcarti, sarebbe dura portarti poi fuori di lì sana e salva…” “non tentarmi Clair …” “va bene… vorrà dire che leccherò personalmente ogni goccia di sangue che cadrà sul tuo corpo…” lo guardai sconvolta “questa condizione dovrebbe essere abbastanza convincente da non farti sporcare” rispose lui sogghignando pregustandosi la scena.

    Finalmente arrivammo al locale, mi sentii estremamente osservata già dalla macchina e tutto peggiorò quando ne uscii. Clair venne a prendermi, mi aiutò a scendere ed entrammo, saltando la fila all’ingresso. Rimasi stupita dal locale… sulle pareti erano disegnate le scene dell’inferno di Dante, e successivamente, vedendo l’abbigliamento delle altre ragazze non mi sentì poi tantissimo a disagio. Clair mi prese per un fianco e mi sussurrò all’orecchio “io vado alla ricerca di un buon pasto, ma non temere mon cheri, non ti perderò di vista un secondo”; non gli risposi e dopo avermi dato un bacio sulla guancia sparì tra la folla della pista, tuttavia sentivo i suoi occhi puntati addosso.

    Mi appoggiai a una colonna sbuffando, e notai come in un locale del genere la mia fame saliva... quando poco dopo i miei istinti superarono la mia natura umana iniziò la vera caccia. Guardai verso la pista, cercavo la mia vittima, eppure fu lei a trovarmi, un ragazzo alto, capelli corti e ingellati scuri, occhi azzurri come il mare si mise di fronte a me ed iniziò a guardarmi sorridente “cosa ci fa una così bella ragazza come te tutta sola a bordo pista?” il suo odore mi fece capire di aver trovato la mia cena “aspettavo qualcuno di interessante con cui ballare... ed a quanto pare l'ho trovato!” dissi sorridendo, lui mi prese per mano, mi accompagnò in pista e iniziammo a ballare... a lui non interessava ballare con me, come a me non interessava ballare con lui.

    “ti va di andare in un posto un po’ più tranquillo? A bere qualcosa” io sogghignai, lasciando trasparire un certo doppio senso da parte mia “certamente” risposi mostrandogli un sorriso più che convincente e, sempre tenendomi per mano, mi accompagnò al giardinetto esterno, la zona delle coppiette. Notai anche Clair avvinghiato a una bionda, ma appena mi vide incrociò il mio sguardo e lo distolse solo quando mi girai. Ci ritrovammo vicino ad una cascatella artificiale, e lì iniziò ad abbracciarmi e le sue mani iniziarono a percorrere il mio corpo... un flashback mi portò al mese precedente, un brivido mi percorse la schiena e mi irrigidii, lui però non si fermò e dopo avermi morso il lobo dell'orecchio mi sussurrò “cos'è... ora fai la piccola gattina indifesa?” sentivo il suo sangue pulsare a pochi centimetri da me, l'istinto prese infine il sopravvento “no, faccio la vampira affamata!” risposi, di scatto gli chiusi la bocca per non farlo urlare e lo morsi bevendone il sangue... era caldo e gustoso, più bevevo e più la mia sete aumentava, lui continuava ad agitarsi, ed io mi nutrivo di lui, poi si fermò: avevo appena ucciso la mia prima vittima.

    Non feci tempo a far accasciare a terra quel corpo senza vita e rialzarmi in piedi che due braccia, sfortunatamente che conoscevo fin troppo bene, mi presero, e sentì la sua lingua scorrere dal sotto il mio mento al lato della mia bocca per poi sfociare in un bacio, uno dei suoi soliti baci, quelli che farebbero sciogliere tutte, tranne me “devo ammettere che hai buon gusto, però ti avevo detto di stare attenta a non sporcarti” disse assaporandosi le labbra “o era per provocarmi? Perchè lo sai che non so resisterti” aggiunse maliziosamente, e concluse con un “ora andiamo prima che qualcuno lo trovi” seriamente; mi prese per mano e tornammo all'interno della discoteca, uscimmo; non era troppo tardi, ma era meglio avvicinarsi a casa.

    Nel viaggio di ritorno mi ripresi, il mio lato umano tornò attivo, sconvolgendomi da sola di quello che avevo fatto, ed ora scappavo “lo sapevo... era presto per te... ma è ora che ti abitui... sei un vampiro, non un umano, gli umani sono cibo per noi!” sospirai, ero troppo triste per litigare, e per la prima volta non infierì più del dovuto “dai... andiamo a casa... così potrai farti un bel bagno e chiuderti nella tua camera” feci solo un cenno con la testa, ma per non dimostrare di essere cambiato aggiunse “se vuoi, ho preso un letto anche per la mia stanza, sei hai bisogno di compagnia........” lasciando sottintendere troppe cose, “porco” gli risposi senza energia e lui sogghignò soddisfatto.

    Arrivati in villa mi chiusi in bagno a lavarmi cercando di togliermi quello sporco che non avrei mai potuto togliere; a bagno finito andai in camera e mi sdraiai sul letto addormentandomi prima del previsto.

    Anche se non me ne stavo rendendo ancora conto, la mia istintività da vampiro prendeva sempre più vita.
     
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  4. Ebe Montelupo
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    CITAZIONE (Tigrotta!!! @ 25/12/2014, 18:44)
    Ti ringrazio! Ogni commento è utile per migliorarmi :) e buon natale :3

    Premettendo che le storie in prima persona non sono tra le mie preferite, come storia non è male. Per me mancano le descrizioni, vorrei scoprire di più la psicologia dei personaggi. Probabilmente io sono fissata... ;)
     
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18 replies since 18/12/2014, 18:06   346 views
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