Recensione di Rebel. Il deserto in fiamme (Rebel of the sands #1) - Alwyn Hamilton

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  1. Rhea of the Coos
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    Recensione di "Rebel. Il deserto in fiamme" (Rebel of the sands #1)

    Alwyn Hamilton

    Cover Titolo_Libro


    Informazioni riguardo a "Rebel. Il deserto in fiamme"


    Titolo: Rebel. Il deserto in fiamme
    Saga: Rebel of the sands
    Autore: Alwyn Hamilton
    Editore: Giunti
    Trama: Amani non ha mai avuto dubbi: è sempre stata sicura che prima o poi avrebbe trovato una via di fuga dal deserto spietato e selvaggio in cui è nata. Andarsene è sempre stato nei suoi piani. Quello che invece non si aspettava era di dover fuggire per salvarsi la vita, in compagnia di un ricercato per alto tradimento. Tiratrice infallibile, per guadagnare i soldi necessari a realizzare il suo sogno Amani partecipa a una gara di tiro travestendosi da uomo. Tra gli avversari, il più temibile è Jin, il misterioso e affascinante Serpente dell’Est. Troppo tardi Amani scoprirà che Jin è un personaggio chiave nella lotta senza quartiere tra il Sultano del Miraji e il figlio in esilio, il Principe Ribelle. Ormai nota come il Bandito dagli Occhi Blu, Amani dovrà scappare con Jin attraverso un deserto durissimo e meraviglioso, popolato di personaggi e creature stupefacenti: i bellissimi e pericolosi Buraqi, fatti di sabbia e vento ma destinati a trasformarsi in magnifici destrieri per chi abbia l’ardire di domarli; i Djinni, capaci di evocare straordinarie illusioni; e ancora, indomite donne guerriere dalla pelle color oro e spietati skinwalker che divorano gli umani per assumerne le sembianze... Quando Amani e Jin si troveranno di fronte alle rovine di una città annientata da un fuoco di calore innaturale capiranno che la posta in gioco è più alta del loro destino. E il Bandito dagli Occhi Blu dovrà decidere se fidarsi del Serpente dell’Est e unirsi alla rivoluzione del Principe Ribelle…

    Recensione ed analisi by Rhea of the Coos


    Valutazione: :pen: :pen: :pen: :pen:

    Sono partita leggendo questo libro con zero aspettative; diciamo che sono stata vittima del mio stesso pregiudizio verso i fantasy YA che hanno per protagoniste ragazzine ribelli, considerato che non ne ho letto uno finora che mi sia piaciuto completamente o che abbia amato follemente. Ma questo libro mi ha piacevolmente sorpreso, non dico che è perfetto o che è diventato il mio libro preferito, ma a mio parere è una tacca superiore ad altri che ho letto.

    Amani ha trascorso tutta la sua vita a Dustwalk, un luogo avvolto da un alone di quieta disperazione, dove la debolezza è vista con disprezzo e gli unici ruoli contemplati per una donna sono solo quelli di moglie (una delle tante mogli) o madre e senza un uomo accanto non gode di una qual si voglia considerazione; è un angolo dimenticato di mondo circondato dal deserto, che una volta adorava e la faceva sentire libera ma ora ha l'impressione che la intrappoli; per Amani quello di scappare da questo luogo e raggiungere Izman non è, per sua stessa ammissione, soltanto un sogno o desiderio, è un bisogno.

    Amani, almeno per i primi due terzi del libro, è molto diversa dalle solite protagoniste, per certi versi mi ha ricordato la Tris del primo libro di Divergent: se per raggiungere il suo scopo deve abbandonare un amico o drogare e derubare il giovane che le ha appena salvato la vita, poco importa; è spietata, determinata e caparbia, non solo di nome ma lo dimostra anche con i fatti! E la cosa mi è piaciuta più di quanto fosse lecito...
    E' estremamente razionale e non si lascia guidare dalle emozioni impetuose ed è una cosa che non si trova molto spesso in questo genere di libri.

    Ma ammetto che la cosa che più mi ha sorpreso e mi è piaciuta non è tanto la protagonista, che ho comunque apprezzato, ma l'ambientazione: è un insieme di western, con tanto di pistole e fughe da treni in corsa, ed elementi (parecchi!) medio-orientali; un mondo semi-moderno abitato da creature leggendarie viventi, in cui la quotidianità e la normalità si legano con il folklore, a metà tra scienza e superstizione e in cui djinni e buraqui non sono solo protagonisti di storie raccontate intorno al fuoco, ma esseri che continuano a rapire le donne mortali e possono essere intrappolati con il ferro.
    L'autrice non si limita a buttare giù un paio di nomi fantasiosi per qualche regno, ma effettivamente crea una storia e delle tradizioni ed è stato un piacere scoprire questo mondo attraverso le storie raccontate attorno al falò.

    Vorrei che il libro si fosse mantenuto su questa linea, ma purtroppo ho trovato l'ultimo terzo parecchio più noioso, Amani ritorna ad assere la solita protagonista di questo genere di libri, trovo che perdi gran parte delle qualità che avevo apprezzato e la storia prende un corso usato e stra-usato e che per un motivo o un altro, sarà che ormai sono “cresciuta” per questo genere o sarà semplicemente perché
    una ribellione organizzata da adolescenti in cui il più anziano ha diciannove anni mi fanno ridere
    , non mi ha entusiasmato più di tanto.

    In definitiva è stata una lettura scorrevole e appassionante, con una storia d'amore che non occupa tutto lo spazio. Degli altri personaggi non mi ha colpito nessun altro: tranne Amani, rientrano più o meno nei soliti stereotipi, ma trovo che la storia meriti se non altro per l'ambientazione.

    Stile di scrittura: Fluido, abbastanza descrittivo
    Consigliato a: chiunque voglia immergersi in un fantasy con un'ambientazione desertica e in una storia forse un po' prevedibile, ma comunque avvincente.

    Edited by Pagi79 - 21/1/2022, 11:46
     
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    Un po' troppo young per i miei gusti, ma penso sia bello. Inserisco in lista recensioni ;)
     
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1 replies since 15/9/2016, 18:52   52 views
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