All'Istituto.

Elencò le persone quasi come fosse l'elenco di una spesa, bhè almeno si stava dimostrando gentile spiegandomi in quanti fossero e chi fossero. Il numero più o meno corrispondeva a quello di Seoul, nemmeno noi eravamo in tanti, giusto qualche altro ragazzo. Molti di quelli che avevo conosciuto non avevano avuto il coraggio di affrontare questa vita, avevano paura di fare la fine di qualche loro parente e quindi se l'erano data a gambe, che pivelli.
Che c'è di sbagliato nel vivere come viviamo noi?
Non è bello il brivido che ti da la battaglia, il poter vivere ogni momento come se fosse l'ultimo, senza lasciarsi rimpianti alle spalle? Perchè, diciamocelo, pensare che sia sempre la fine ci porta a fare cose che altrimenti rimanderemmo.
Con lo sguardo seguii la mano della ragazza poggiarsi su una maniglia e aprirla e quando vidi la camera sperai vivamente che non dicesse che...Oh cavolo!
Era la mia stanza?
Quella? Ma...Ma per quanto era grigia sembrava quasi una cella! Se non fosse per le dimensioni e per il letto che non era una brandina.
Le sorrisi e alla sua frase del poterla abbellire come preferivo la guardai stranita, sapeva leggere nella testa delle persone? Come aveva fatto a capire cosa stavo pensando? Che abbiano qualche strano marchingegno che gli consente di fare cose simili? No...Mi sa che la mia faccia aveva parlato esplicitamente visto com'era diventata appena avevo visto la camera.
"Grazie.."
Feci una specie di riverenza, sapevo che qui gesti simili non erano previsti, ma non si poteva cambiare da un giorno all'altro e perdere abitudini come questa era difficile.
Spinsi la valigia dentro e mi voltai nuovamente verso di lei,
"Ma...Di che ragazza parli?"
Una mondana qui dentro? Da noi era vietato dividere il nostro segreto con persone che non facevano parte del nostro mondo e poi noi non dovevamo esistere per i mondani, dovevamo agire nell'ombra!
"Permettete a tutti di entrare qui?"
Cercai di tenere un tono normale, ma la curiosità era sempre stato un mio difetto, se sapevo qualcosa volevo saperne di più!

Niente formalità? Oh certo era come dire, dimentica ciò che sei stata fino ad oggi, tradizione, cultura, ma come si può di punto in bianco?
Mio padre ci teneva particolarmente a queste cose e anche mia madre, che non era coreana, aveva dovuto farci l'abitudine, soprattutto dopo che gli era stato affidato l'istituto di Seoul.
Tuttavia avevo deciso di non fare questioni sin dal primo giorno? Quindi annuii tirando leggermente indentro le labbra, mi sentivo come una bambina davanti alla maestra che stava cercando di insegnarle qualcosa di nuovo e in effetti era così.
Imparare le loro usanze era qualcosa al di là di ogni mia immaginazione, almeno fino ad ora.
"Sfrontato?"
Ripetei quella parola, che cosa voleva dire? Era un complimento o un insulto? Non ne avevo idea, ma non mi aspettavo una spiegazione da parte sua, alla fine avrei potuto prendere il telefono o qualcos'altro e andare a vedere su internet per cercare la traduzione nella mia lingua o anche solo una descrizione di quella strana parola.
Mi spiegò della mondana e sgranai gli occhi, una mondana qui dentro?
Ma era pericoloso! Era contro le leggi del conclave! Eppure diceva di avere la vista...Strano.
Avevo letto in qualche libro di alcuni casi come questo, ma erano piuttosto rari e soprattutto non si verificavano più da molto tempo, quindi chi era questa qua?
Ricambiai il suo saluto e una volta entrata in camera chiusi la porta alle mie spalle, era tutto così...Aaaah non mi venivano nemmeno le parole per definirlo!
Era triste, cupo, grigio!
Mi mancava la mia stanza, la mia casa, i miei amici e...E dovevo smetterla di pensarci.
Scossi la testa tirandomi qualche colpo leggero all'altezza delle tempie e strinsi gli occhi per poi riaprirli e andare a mettere la valigia sul letto.
Non appena finii di disfarla presi un cambio, rigorosamente nero, pantaloni e maglietta, che infilai subito dopo essermi fatta una bella doccia fredda!
Avevo bisogno di risvegliarmi, di capire che quella era la realtà e non di continuare a rilassarmi pensando che domani mi sarei risvegliata nel mio letto.
Così una volta pronta presi il cellulare e mentre cercavo il significato di quella parola sentita poco prima incominciai ad incamminarmi per i corridoi cercando il salone che aveva detto Isabelle.